Il Torrione domina con la sua alta mole l'abitato foriano del lungomare, all'interno di un contesto urbanistico ed architettonico di notevole valore,
in cui spiccano alcune pregevoli costruzioni settecentesche, quali Palazzo Covatta, il Palazzetto, situato proprio di fronte alla torre.
Il Torrione
Il Torrione domina con la sua alta mole l'abitato foriano del lungomare, all'interno di un contesto urbanistico ed architettonico di notevole valore, in cui spiccano alcune pregevoli costruzioni settecentesche, quali Palazzo Covatta, il Palazzetto, situato proprio di fronte alla torre. La torre, a pianta circolare e copertura piana a terrazzo, si sviluppa su tre piani, di cui, quello inferiore, a sostituzione del basamento, è scavato nel masso roccioso di tufo sul quale sorge. Il parametro esterno è realizzato in pietra tufacea e trachitica, rozzamente squadrata in blocchi uniti da malta. Il primo toro, in pietra trachitica, circonda il cilindro all'altezza del primo livello, ed il secondo funge da appoggio alle mensole che, collegate mediante archetti, sorreggono il coronamento merlato. I tre piani sono coperti da volte emisferiche di cui quella superiore lunettata. All'ultimo livello si accede mediante una scala esterna della quale la seconda rampa a sbalzo è delimitata dal parapetto spezzato, secondo un motivo in uso nell'architettura minore foriana. Una scala interna realizza il collegamento con il terrazzo di copertura. Proseguendo per la stessa via del Torrione si arriva nel Corso principale di Forio, un tempo dedicato al Re Umberto primo, oggi dell'avv. Francesco Regine. Camminando per circa cento metri a sinistra, proprio di fronte alla bella Basilica di Santa Maria di Loreto vi è la Torre di "Corso Umberto".
Notizie storico-critiche
Il Torrione è la più grande Torre di Forio: altissima a dominare l'intero abitato, racchiusa in un fitto tessuto di edifici quasi tutti di pregevole consistenza architettonica quali Palazzo Covatta (XVIII sec.); il palazzotto di Via Torrione ( XVIII sec.) e la distrutta Cappella Regine (XVIII sec.); fino a pochi anni addietro, per lo stato di conversazione, era la migliore delle torri costiere. Fu costruita a spese dell'Università nel 1480 come torre di avvistamento e di difesa, per far fronte alle incursioni del Barbarossa e di altri corsari cui Forio era particolarmente esposta. Altri fanno risalire il monumento ai primi decenni del XVI sec., sulla base di un rapporto sulla situazione di Forio e dell'isola d'Ischia presentato alla Regia Camera della Sommaria nel 1574, conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli. L'autore della relazione, Pirro Antonio Stinca, scrive di "un grosso Torrione edificato a spese dela Università del proprio Casale de Foria che per detta opera hanno preso ad interesse da settecento ducati, quale teneno ben munito de alcuni pezzotti di artiglieria di ferro un pezzo de brunzo et altre arme per sua defensione" (Delizia, 1987, p. 150). L'Università di Forio, dunque, allora già oberata di debiti, per l'edificazione della torre si indebitò ulteriormente per circa settecento ducati. Questa importante struttura difensiva fu edificata su uno spuntone di roccia tufacea in posizione strategica, in prossimità della spiaggia, in modo da dominare dall'alto il porto. La forma circolare consentiva una visuale completa ed era la più adatta anche per l'angolazione dei cannoni. Come testimonia D'Ascia (1867), la torre era infatti dotata di quattro cannoni di bronzo che, una volta cessato il pericolo delle incursioni piratesche, furono utilizzati per sparare a salve durante le festività; questa usanza durò fino al 1788, anno in cui fu proibita, in seguito ad un incidente avvenuto durante la festa dell'Incoronata del 29 luglio 1787, costato la vita ad un artigliere della torre. Come per tutte le altre torri esterne di difesa munite di artiglierie, fino al XVIII sec., a sorveglianza del Torrione, c'era una vedetta, detta torriere, nominato annualmente dal sindaco in carica, che aveva il compito di dare l'allarme in caso di avvistamento di navi nemiche e di comandare la guarnigione che alloggiava al primo piano. Il piano inferiore era utilizzato come magazzino per i viveri e l'artiglieria; vi era stata ricavata anche una piccola cisterna per la raccolta dell'acqua piovana. Il Torrione diede l'avvio all'edificazione di una serie di altre torri di avvistamento, difesa e rifugio, sia a pianta circolare che quadrata, in prossimità del porto, allo sbocco di una strada o nelle zone più interne coltivate dagli abitanti di Forio. Queste torri furono costruite dalla popolazione soprattutto nel XVI sec., quando si intensificarono gli assalti dei pirati (disastroso quello di Ariadeno Barbarossa del 1544, cui seguirono le scorrerie di Dragut e di altri corsari), fino a formare un efficace e ininterrotto sistema di fortificazioni sul territorio. La suddetta relazione del 1574 attesta l'esistenza di sette torri: "et in lo supradetto casale de Foria se vedono edificate sette Torre de particulari citadini ben munite d'arme, nele quale se ponno salvare la gente de detto casale, quando è correria di Turchi" (cfr. Monti, 1980, p. 623 e Delizia, 1987, p. 150). Nel 1800 il Torrione fu trasformato in carcere; seguì un periodo di abbandono, come testimoniano l'atto del 17 novembre 1844, in cui il Decurionato deliberò di stanziare venti ducati per "urgenti riparazioni bisognevoli allo antico torrione", e lo stesso D'Ascia, che lo dice inutilizzato ed in rovina. Nel 1900 fu adibito a museo per ospitare una raccolta di opere dell'artista foriano Giovanni Maltese che verso la fine dell'800 aveva ottenuto l'edificio in enfiteusi dal Comune e lo aveva adattato a sua abitazione e studio. Sebbene una delibera comunale del 1969 avesse sancito in seduta straordinaria provvedimenti urgenti per assicurare la stabilità del Torrione (alcuni merli minacciavano di cadere) e di destinare il monumento a scopi culturali, Sardella (1985) e Delizia (1987) testimoniano che la torre era abbandonata e in stato di pericolosa fatiscenza, mentre fino a pochi anni prima vantava il miglior stato di conservazione fra le torri costiere. Attualmente, dopo restauri effettuati negli anni Ottanta, la sala inferiore è sede del Museo Civico del Torrione ed è utilizzata per mostre temporanee, quella superiore ospita il Museo Civico Giovanni Maltese, dove sono conservate le sculture e le pitture lasciate dalla moglie dell'artista al Comune.